Panafricando-Aps vi mette a disposizione il presente articolo trovato su” Info Cooperazione”.
Si parla sempre più di Africa senza far parlare gli africani.
Il recente impegno del governo sulla cooperazione tra Italia e Africa ha sicuramente aumentato la copertura mediatica sulle questioni africane. Le missioni nel continente da parte della compagine governativa per raggiungere i memorandum su migrazioni ed energia sono state largamente seguite e raccontate dai media italiani così come l’attivazione della Presidente Meloni sul Piano Mattei. Sia nei quotidiani che nei notiziari il 2023 registra il maggior numero di notizie sull’Africa degli ultimi 5 anni; è questo uno dei dati che emergono dalla V edizione de “L’Africa MEDIAta”, il rapporto presentato dell’Osservatorio di Pavia per Amref Health Africa-Italia la scorsa settimana che ha l’obiettivo di analizzare come e quanto i media italiani raccontino l’Africa.
Fatica invece a cambiare la narrazione dell’Africa e le tematiche per cui il continente approda sulle pagine dei giornali o nei titoli del TG. Colpisce il dato relativo all’aumento di notizie che non si traduce in una maggiore attenzione ai contesti africani: 2 notizie su 3 sono ambientate in Italia o in Occidente e riguardano cronaca e migrazioni (80,2%, dato in aumento). I temi maggiormente raccontati sono le condizioni dei migranti nei campi profughi, i naufragi, le visite della Presidente Meloni in Paesi africani. Analizzando le 3.457 notizie sull’Africa rilevate nei TG si conferma una prevalenza della copertura su migrazioni e fatti di cronaca nel contesto occidentale, oltre che sull’intensa attività istituzionale della premier e iniziative come il Piano Mattei. L’attenzione verso notizie direttamente legate a persone, temi e fatti del continente africano rimane bassa con una media dell’1,9% rispetto alle notizie sull’Africa e una prevalenza di informazioni su guerra, terrorismo e cronaca (es. terremoto in Marocco e alluvione in Libia).
Questa tendenza viene confermata anche nei programmi di infotainment analizzati su sette reti televisive: su 61.320 ore trasmesse in un anno sono stati rilevati, in aumento rispetto allo scorso anno, 1.061 riferimenti all’Africa, in media 1 riferimento ogni 58 ore di programmazione. L’86% dei riferimenti anche in questo caso ha un contesto europeo con rinnovato peso nell’agenda politica e mediatica della migrazione, oggetto di numerosi dibattiti politici in tv. Se da un lato assistiamo infatti a un incremento sostanziale dei riferimenti all’Africa, dall’altro si nota un calo della dimensione geografica africana e si passa nel solo ultimo anno dal 25% al 14% del 2023 (dato più basso del quinquennio di analisi).
Resta invece molto bassa la visibilità di persone africane, afrodiscendenti e attivisti – e ancor più delle attiviste – nei palinsesti italiani. Principale responsabile è la dominanza di un interesse per l’Africa spinto da motivazioni e preoccupazioni interne, che si traduce in discussioni televisive tra ospiti italiani sulla questione migratoria.
Una situazione che non si discosta molto da quella dei media internazionali che è stata recentemente analizzata da Africa No Filter – comunità di analisti e ricercatori che lavorano per cambiare le narrazioni stereotipate dell’Africa – che ha pubblicato il suo “Global Media Index per l’Africa”, il primo report che valuta e classifica criticamente i media globali di alto livello in base alla loro copertura dell’Africa.
Per costruire l’indice, l’Università di Città del Capo ha analizzato oltre 1000 articoli online di 20 importanti media globali, tra cui CNN, Deutsche Welle, Russia Today, Bloomberg, Xinhua, Le Monde, The Guardian, Wall Street Journal, Associated Press, Al Jazeera, The Economist, New York Times, VOA News, AFP, Reuters, BBC, CGTN, Financial Times, RFI e Washington Post.
In questi media resta molto limitata la diversità degli argomenti trattati, con la maggior parte delle notizie sull’Africa che riguardano la politica, la povertà, la corruzione e argomenti negativi correlati. Scarsa attenzione è stata rivolta ad argomenti come la cultura, l’arte, l’innovazione, la tecnologia e altri sviluppi positivi nel continente.
Le voci degli africani comuni mancavano quasi completamente nelle storie perché il giornalismo globale privilegia ancora le voci delle élite, sia locali che internazionali. Questi includono esperti, politici, leader nazionali, organizzazioni internazionali e altri. Viene prestata pochissima attenzione ai cittadini comuni e ad altre voci tradizionalmente emarginate come i giovani, le donne, i leader tradizionali, ecc.
Un esempio positivo è quello del The Guardian che si posiziona al primo posto nell’indice per la sua copertura complessiva del continente (63%) e per la diversità degli argomenti trattati, con un punteggio del 57%. A Seguire AFP e Reuters con punteggi rispettivamente del 61% e del 60%. AFP si è classificata al primo posto anche per la copertura del maggior numero di paesi africani tra le testate valutate, con un punteggio del 56%.